I bambini amano la musica. Fa stare bene, rilassa, scatena, aiuta a socializzare. Insomma, li rispetta. Per questo tutte le proposte di propedeutica musicale sono sempre le benvenute. Ma devono rispondere a canoni precisi.
RISPETTARE IL BAMBINO e metterlo al centro.
E’ lui che cerca l’avvicinamento alla “sua” musica, al “suo” strumento musicale. Il bravo maestro è quello che stimola per raggiungere l’obbiettivo che si pone il bambino non l’insegnante. Tramite le tre fasi dell’apprendimento, ovvero l’IDENTITA’, ovvero la presa coscenza di sè, delle proprie capacità. Poi si passa all’AUTONOMIA, dove il bambino comincia voler imparare di più vedendo gli altri, copiando, imitando. Infine la COMPETENZA, dove l’esperienza acquisita ama trasmetterla anche agli altri, confermando sempre più la sua autostima.
ASCOLTARE la musica, SUONARE la musica, RESPIRARE la musica, COLORARE la musica. Queste sono solo una parte delle attività che può e deve fare per il bambino. E se piccoli meglio ancora in gruppo. Spesso si confonde la SERIETA’ con la SERIOSITA’, ma proporre un’attività didattica basata sul divertimento, sul piacere, sulla simpatia ed empatia vuole dire essere nella sfera umana del bambino. Infine, l’importante non è puntare a farlo diventare un musicista professionista ma a seminare qualcosa di estremamente positivo, che sicuramente gli servirà nella vita sia sociale sia scolastica. Le Officine Sonore di Paese e Castelfranco Veneto propongono la Zerochestra, per bambini dai 4 ai 6 anni, dove avviene proprio questo percorso. Il divertimento e il gioco del bambino è al centro. Ma sicuramente ci sono tante altre opzioni e proposte in giro per il mondo. Basta cercare.